I Futures |
Strumenti derivati costituiti da un contratto a termine standardizzato, relativo ad un'operazione di acquisto/vendita di una merce o attività finanziaria (underlying) in una data futura, ad un prezzo fissato al momento della stipula del contratto. Si tratta di un contratto bilaterale, che sancisce l'impegno assunto da due controparti ad adempiere a scadenza una certa obbligazione. A differenza dei forward, per i quali le condizioni del contratto sono stabilite liberamente tra le parti, i futures sono caratterizzati dalla standardizzazione e, quindi, dalla definizione puntuale e uniforme dello strumento sottostante (underlying), della sua quantità, della data di scadenza e delle modalità di negoziazione (limite di contrattazione, lotti minimi, meccanismi di formazione del prezzo).
Svolgimento dell'operazione: Le controparti che sottoscrivono un future si impegnano a scambiarsi, in una data prefissata e ad un prezzo (futures price) definito dal contratto, l'ammontare di strumenti finanziari o di uno specifico bene reale sottostante al contratto, il cui prezzo (prezzo spot) si forma sul relativo mercato. Un aumento del prezzo del future genera profitti per chi assume una posizione lunga e perdite per chi assume una posizione corta. La differenza, rilevata giornalmente, tra prezzo spot e prezzo futures è liquidata, a seconda del suo segno, all'una e all'altra parte del contratto dalla CCG secondo la modalità del marked to market. La controparte che ha subito una perdita, si vede addebitare tale perdita sul conto aperto presso la CCG. Lo stesso importo è automaticamente accreditato all'altra controparte, che ha registrato un profitto. In pratica, è come se, al termine di ogni giornata di negoziazione, ogni posizione venisse chiusa attraverso il regolamento per essere poi riaperta il giorno successivo. Il flusso di cassa giornaliero generato da un future può essere così espresso: Qualora, nel caso di perdite, l'ammontare scenda al di sotto di un margine di mantenimento, la CCG richiede il reintegro di tale margine. A meno che l'operatore non chiuda la propria posizione, profitti e perdite sono potenziali, soggetti alle variazioni della quotazione e sono liquidati solo alla scadenza del contratto. L'operatività in futures è caratterizzata dal cosiddetto sistema di margini, secondo cui l'investitore che sottoscrive un contratto future deve depositare, per mezzo di un intermediario detto clearing member, una somma cauzionale (margine iniziale o di garanzia), a garanzia dell'adempimento a scadenza. Il margine è una percentuale limitata (variabile dal 2% al 10%) dell'importo negoziato. si possono stipulare futures su attività reali (commodity futures), su tassi di interesse (interest rate futures), su valute (currency futures), su indici azionari (stock index futures). Nel caso dei financial futures, invece, è raro che il contratto si concluda con la consegna dell'attività sottostante; generalmente, infatti, si procede alla chiusura della posizione con la liquidazione in denaro del differenziale tra il prezzo di mercato e quello stabilito dal contratto (regolamento per cassa). In particolare, nel caso di futures su indici le parti si impegnano a liquidarsi una somma pari al prodotto tra il valore assegnato convenzionalmente a ciascun punto dell'indice e la differenza tra il valore dell'indice stabilito al momento della stipula del contratto e il valore dell'indice nel giorno della scadenza (cash delivery). Mercati di riferimento L'acquirente di un future può decidere di smobilizzare il suo investimento nel derivato prima della scadenza del contratto, vendendolo, per mezzo di un intermediario, sul relativo mercato. La finalità principale della negoziazione di questi strumenti è costituita dalla gestione del rischio. Più precisamente, si individuano tre obiettivi:
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