ASPETTATIVE
SUI TASSI D'INTERESSE E CURVE DI RENDIMENTO
La scadenza di un
titolo obbligazionario è rappresentata dalla vita residua, cioè
dal periodo di tempo che rimane prima del rimborso del capitale
da parte dell'emittente.
La struttura dei tassi d'interesse secondo la scadenza quindi,
non è che una funzione che lega il tasso d'interesse ottenibile
da un certo strumento finanziario alla scadenza dello strumento
stesso.
A questo scopo vengono generalmente utilizzati titoli del debito
pubblico, poiché avendo un bassissimo rischio d'insolvenza possono
evidenziare essenzialmente la relazione esistente tra i
rendimenti a diverse scadenze.
Inoltre è frequente l'utilizzo di tassi d'interesse
interbancari per comporre curve dei rendimenti di breve periodo,
generalmente fino a 12 mesi.
Come si vedrà meglio in seguito, la curva dei rendimenti
presenta generalmente un'inclinazione positiva (normal) che sta
ad indicare un graduale aumento dei tassi d'interesse con il
prolungamento della scadenza, fino ad un progressivo
appiattimento per durate molto lunghe.
Se però l'inclinazione positiva della curva è eccessiva,
questo rappresenta aspettative di rialzo dei tassi (expectation
of an increase in rates ).
Al contrario un'inclinazione negativa riflette l'inusuale
situazione di maggiori tassi a breve rispetto ai tassi a lungo;
questo può presagire un futuro calo del livello dei tassi
d'interesse (expectation of a reduction in rates).
Curve dei
rendimenti possibili
L'analisi del
comportamento degli operatori è in grado di spiegare
chiaramente l'impatto delle aspettative sulla struttura per
scadenza dei tassi d'interesse.
Se si ipotizza ad esempio che sia atteso un incremento dei tassi
d'interesse, gli attuali detentori di attività finanziarie
tenteranno di evitare di rimanere impegnati in titoli con
rendimenti relativamente bassi; preferiranno investire solo per
orizzonti temporali molto brevi, nell'attesa che alla scadenza
possano nuovamente concedere prestiti a tassi d'interesse più
elevati.
Per questi motivi
ci sarà una tendenza all'incremento dell'offerta di titoli a
breve ed una corrispondente riduzione dell'offerta di titoli a
lungo termine.
Allo stesso modo però coloro che necessitano di prestiti
vorranno impegnarsi all'attuale tasso d'interesse più basso,
per la più lunga durata possibile, al fine di evitare il
maggior costo per interessi futuro.
In tal modo la domanda di titoli a lungo termine incrementerà,
di fronte alle riduzioni nella domanda per titoli a breve
termine.
Questi cambiamenti
sia nella domanda che nell'offerta di titoli per le diverse
scadenze in una situazione in cui ci sono aspettative di
crescita dei tassi, evidenziano un eccesso di offerta sulla
domanda nel breve termine di fronte ad un eccesso di domanda
sull'offerta nel lungo periodo.
L'evidente effetto di questa situazione sarà il decremento dei
tassi d'interesse a breve ed il corrispondente aumento dei tassi
a lungo.
L'intero processo ritornerà in equilibrio quando il gap tra
tassi d'interesse a breve ed a lungo sarà sufficientemente
esteso da compensare le aspettative del mercato per un futuro
aumento del costo del denaro.
Evidentemente
quando le aspettative sono per una futura diminuzione dei tassi,
la reazione degli operatori sarà esattamente opposta.
Le conseguenze saranno quindi l'incremento dei tassi d'interesse
a breve e la corrispondente diminuzione dei tassi a lungo.
Queste variazioni si rifletteranno generalmente in una curva dei
rendimenti più piatta del normale; l'insolita curva decrescente
(inverted yield curve) potrà essere osservata solo se
l'aspettativa del mercato è per un futuro taglio del costo del
denaro molto consistente e tale aspettativa si rivela essere
molto fondata.
In questo caso l'influenza del rischio e della propensione alla
liquidità non è sufficiente a controbilanciare questa
convinzione radicata di un futuro deciso ribasso dei tassi
d'interesse.
Questo consistente volume di offerta ha l'effetto di deprimere
il prezzo dei titoli di Stato per queste scadenze, incrementando il tasso d'interesse per questa durata.
Le differenti forme di queste curve dei rendimenti ed il
cambiamento che subiscono nel tempo hanno importanti conseguenze
per l'analisi e la previsione dei tassi d'interesse; per
comprendere al meglio queste implicazioni à necessario
individuare puntualmente i fattori che determinano una
particolare conformazione grafica della curva in un determinato
istante.
In realtà questi fattori sono piuttosto complessi ed è
controverso quale sia l'elemento prevalente.
La teoria economica cerca di definire una serie di condizioni in
base alle quali sia possibile determinare l'esistenza di una
funzione stabile che leghi fra loro i tassi su strumenti di
diversa scadenza emessi, come si diceva, da operatori privi di
rischio d'insolvenza.
In quanto segue prenderemo in considerazione brevemente i
modelli di determinazione della struttura dei tassi.
In corrispondenza dei rispettivi massimi ciclici, l'andamento
del mercato del debito tende ad anticipare quello azionario.
Le caratteristiche di tale anticipo e l'entità della discesa
dei prezzi delle obbligazioni variano da ciclo a ciclo.
I tassi a breve
termine sono solitamente i primi che iniziano a crescere,
seguiti poi dai tassi a lungo termine.
I tassi del mercato monetario infatti risultano essere i più
sensibili alle condizioni dell'economia; le decisioni aziendali
relative al rinnovo delle scorte, ad esempio, per cui è
necessario un cospicuo ammontare di capitali a breve termine,
sono prese in modo molto più snello rispetto a quelle relative
all'indebitamento a lungo termine, necessario a finanziare
impianti e macchinari.
Quindi seguire costantemente i tassi a breve può dare una valida indicazione delle
pressioni finanziarie e delle tendenze dei tassi nel settore
privato. Non esistono regole rapide e certe che pongano in
relazione l'entità del successivo declino con il periodo di
tempo che separa i massimi dei prezzi delle obbligazioni e delle
azioni.
Ciò che è significativo è che ogni massimo ciclico del
mercato azionario in questo secolo è stato preceduto da, o si
à presentato in concomitanza di, un massimo in entrambi i
mercati del debito a breve e a lungo.
Un'ulteriore caratteristica dei massimi ciclici è che il prezzo
delle obbligazioni di qualità migliore (cioè quelle emesse dal
Tesoro o quelle emesse da società con rating AAA) diminuisce in
anticipo rispetto a quello delle obbligazioni di qualità
inferiore.
Questo fenomeno è il risultato di due fattori; innanzitutto
negli ultimi stadi delle fasi di espansione economica aumenta la
domanda di finanziamento da parte del settore privato.
Le banche commerciali, che sono i maggiori detentori
istituzionali di titoli di Stato, sono anche i prestatori di
ultima istanza per i privati che prendono a prestito; via via
che la domanda di finanziamento aumenta le banche aumentano le
loro vendite di titoli di Stato e di altri investimenti di
prestiti bancari.
Si innesca così un effetto secondario sia lungo la curva dei
rendimenti sia nei confronti di emissioni di qualità inferiore.
Tali pressioni spingono verso l'alto i rendimenti su
obbligazioni di alta qualità, e al tempo stesso sono indicative
delle condizioni positive degli affari, le quali inducono gli
investitori a diventare meno cauti.
Di conseguenza, gli investitori sono ben disposti a ignorare i
rendimenti prudenziali sulle obbligazioni di alta qualità a
favore dei più remunerativi strumenti di debito di qualità
inferiore; così, per un certo tempo, queste obbligazioni
aumentano di prezzo, mentre le obbligazioni di qualità
superiore diminuiscono.
In corrispondenza
dei minimi ciclici valgono relazioni simili, nel senso che le
obbligazioni di buona qualità sono in anticipo rispetto agli
strumenti di debito di qualità inferiore ed alle azioni.
Storicamente le
caratteristiche di anticipo dei mercati sono meno evidenti per i
minimi che per i massimi ciclici, e talvolta i prezzi di
obbligazioni ed azioni completano un minimo simultaneamente.
Il trend dei tassi d'interesse è pertanto un buon punto di
riferimento per individuare i minimi del mercato azionario.
Il punto chiave da
tenere presente non è rappresentato tanto dal livello a cui si
trovano i tassi, ma dalla forza con cui essi crescono, o
diminuiscono.
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