Rischio ed obbligazioni

Le vicende legate al default dell'Argentina ed i casi Cirio, Giacomelli e Parmalat hanno evidenziato che le obbligazioni circolanti sul mercato presentano diversi gradi di rischio, vediamo, quindi, quali sono gli elementi da valutare nella scelta di un titolo obbligazionario. 

 

Concetto di rischio

Rischiare significa accettare la possibilità che il valore del nostro investimento diminuisca nel tempo. Per esempio:
  • ho investito in obbligazioni e il debitore (cioè l'emittente del titolo) non ha rimborsato il capitale (default);
  • ho investito in obbligazioni e il loro prezzo sul mercato è sceso;
  • ho investito in un titolo complicato e rende meno di quanto pensavo.
Un rischio elevato deve essere bilanciato da un rendimento elevato. Per puntare a un alto rendimento bisogna quindi accettare un rischio elevato; è necessario valutare bene, informarsi e farsi aiutare nella scelta. Ma soprattutto "non dimenticarsi" dei propri investimenti perché il rischio varia nel tempo.

 

Cos'è il rendimento ?

Per i titoli di Stato e le obbligazioni, il rendimento deriva dagli interessi che il debitore paga sotto forma di cedole, il capitale (in tutto o in parte) di solito ogni anno o ogni 6 mesi. Ma attenzione: il prezzo del titolo sul mercato può salire o scendere e quindi
se viene venduto prima della scadenza si può avere un guadagno o una perdita. E questo, ovviamente, modifica il rendimento dell'investimento.

 

Il rendimento di un titolo è composto di 4 componenti, ciascuna delle quali serve a compensare:
  1. la rinuncia alla disponibilità del capitale
  2. la durata dell'investimento
  3. l'inflazione, cioè la perdita di valore della moneta
  4. il rischio di mancato rimborso del capitale investito
Ma che cosa fa cambiare il rendimento nel tempo? Anzitutto,la variazione dei tassi di interesse sul mercato, ad esempio perché aumenta l'inflazione. In questo caso, il valore del rimborso a scadenza resta sempre pari al valore nominale del titolo, di solito pari a 100. Il prezzo del titolo sul mercato invece cambia: se i tassi d'interesse salgono, un titolo che offre una cedola inferiore a quella ottenibile sul mercato vale necessariamente di meno. E quindi il suo prezzo scende.

Questo meccanismo vale soprattutto per i titoli a tasso fisso e a lunga scadenza che hanno una cedola bloccata per tutto il periodo, come i Btp (Buoni del tesoro poliennali). I titoli a tasso variabile come i Cct (Certificati di credito del tesoro), invece, adeguano velocemente le loro cedole ai tassi del mercato e quindi subiscono oscillazioni di prezzo minime.


Quindi:
  • se si tiene il titolo fino alla scadenza, non ci si deve preoccupare delle oscillazioni dei prezzi sul mercato. A scadenza otterremo il capitale a suo tempo investito.
  • se invece c'è la possibilità che il titolo venga venduto prima della scadenza, il risultato potrà essere un guadagno o una perdita in funzione del prezzo che il titolo avrà a quel momento.

 

Cosa si deve valutare con estrema attenzione ?

Prima di tutto all'affidabilità del debitore (e cioè la probabilità che il debitore mantenga i suoi impegni). Un debitore meno affidabile dovrà offrire all'investitore un titolo con un rendimento più alto che mira a compensare il maggior rischio di mancato rimborso. Attenzione quindi! Un maggior rendimento segnala sempre un maggiore rischio. 

In secondo luogo, il prezzo del titolo non è stabile ma può variare a seconda dell'andamento del mercato e delle caratteristiche del titolo (tasso fisso o variabile, durata, ecc.). 

 

Come cresce il rendimento al crescere del rischio

Il grafico seguente illustra la relazione tra il rating delle obbligazioni in euro emesse da aziende (corporate bonds) e il loro rendimento a ottobre 2003. I titoli con rating AAA mostrano un rendimento medio inferiore a quello dei titoli con rating AA, A e BBB.

 

Il rischio di mancato rimborso e il rating

I titoli emessi hanno diverso rischio di non essere rimborsati a scadenza: si va dalla sostanziale certezza di rimborso per i titoli emessi dagli stati dei paesi più sviluppati a probabilità via via decrescenti quando si passa ad emittenti sempre meno solidi. L'affidabilità é misurata dal giudizio espresso da soggetti specializzati indipendenti che sono le agenzie di rating; questi giudizi sono espressi da un voto chiamato rating. A rating peggiori si associa un rischio di mancato rimborso più alto e quindi rendimenti maggiori.

Rating Giudizio Sintetico
AAA Probabilità di rimborso estremamente elevate
AA Probabilità di rimborso molto elevate
A Probabilità di rimborso elevate
BBB Il titolo presenta caratteristiche adeguate, ma con possibile deterioramento in caso di circostanze avverse.
BB Titolo speculativo. Possibili incertezze nella capacità di rimborso,specie in caso di circostanze avverse
B Titolo speculativo. Visibili elementi di possibile vulnerabilità.
CCC Titolo vulnerabile,dipendente da favorevoli condizioni economiche e finanziarie.
CC Titolo molto vulnerabile
C E' stata presentata un'azione di recupero ma i pagamenti sul titolo proseguono.
D Situazione di mancato pagamento.
Classificazione Standard & Poor's titoli a lungo termine. Il rating da AA a CCC possono essere qualificati con l'aggiunta di un segno + o - per differenziarli in senso positivo o negativo nell'ambito della stessa classe.
I rating dei paesi più sviluppati
Paese Standard & Poor's Moody's Fitch Ratings
Austria AAA Aaa AAA
Finlandia AAA Aaa AAA
Francia AAA Aaa AAA
Germania AAA Aaa AAA
Irlandia AAA Aaa AAA
Lussemburgo AAA Aaa AAA
Norvegia AAA Aaa AAA
Olanda AAA Aaa AAA
Regno Unito AAA Aaa AAA
Stati Uniti AAA Aaa AAA
Svizzera AAA Aaa AAA
Australia AAA Aaa AA+
Canada AAA Aaa AA+
Danimarca AAA Aaa AA+
Nuova Zelanda AA+ Aaa AA+
Spagna AA+ Aaa AA+
Svezia AA+ Aaa AA+
Belgio AA+ Aaa AA
Italia AA Aaa AA
Portogallo AA Aaa AA
Giappone AA- Aaa AA
Islanda A+ Aaa AA-
Grecia A+ Aaa A
Repubblica Ceca A- A1 A-
Ungheria A- A1 A-
Corea A- A3 A
Polonia BBB+ A2 BBB+
Slovacchia BBB A3 BBB
Messico BBB- Baa2 BBB-
Turchia B B1 B-
.
La tabella mostra i rating dei 30 paesi più sviluppati, aderenti all’OCSE, l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, attribuiti dalle tre maggiori agenzie di rating.
  • Il rating di un emittente diverso da uno Stato (banche,aziende,enti locali) non può essere superiore a quello dello Stato al quale appartiene.
  • I primi 11 paesi hanno ottenuto il massimo rating da parte di tutte e tre le agenzie.
  • Un secondo gruppo di paesi, tra cui l’Italia, il Giappone e il Belgio, ha ricevuto rating elevati ma non sempre pari al massimo livello; questi paesi presentano una situazione complessivamente buona, ma sul loro rating incide un debito pubblico elevato.
  • Per un terzo gruppo di 4 paesi, Polonia, Slovacchia, Messico e Turchia, il rating è più basso e almeno due agenzie su tre hanno attribuito un rating inferiore ad A-: i titoli di questi paesi, quindi, sono da considerarsi piuttosto rischiosi.

 

Qual regole seguire ?

A - Prima di investire chiarite bene le vostre esigenze di investimento, ovvero:
  • perché risparmiate (per la casa, lo studio dei figli, la pensione, ecc.);
  • per quanto tempo pensate di non dover utilizzare il capitale;
  • con quanto rischio (cioè quanto siete disposti a perdere);

B - Non mettere tutte le uova nello stesso paniere, ovvero: diversificare gli investimenti;

C - Non esiste l'albero delle monete d'oro, quindi: attenzione alle promesse mirabolanti (solo vincendo alla lotteria si diventa ricchi dal giorno alla notte);

D - Evitare i prodotti poco chiari, prima di scegliere chiedere informazioni e riservarsi tutto il tempo necessario per capire bene di che tipo di investimento si tratta;

E - Dedicare ai propri investimenti lo stesso tempo che dedicheremmo alla scelta di un'auto o di una casa.

 

In linea di massima se non si vogliono correre rischi, è consigliabile investire su titoli con rating molto alto (almeno pari ad A-) che hanno minime probabilità di mancato rimborso. Un alto rating ha sempre individuato i titoli degli stati e delle aziende più affidabili.

Il grafico che segue mostra la relazione tra il rating di stati, banche e aziende e il rischio di mancato rimborso, rappresentato dai casi di sospensione o interruzione dei pagamenti (default) o di insolvenza nell'arco di 1 anno. Come si può notare, per gli emittenti con rating AAA, AA e A, la probabilità di insolvenza è minima. La probabilità resta contenuta per gli emittenti con rating BBB, per poi crescere gradualmente al peggiorare del rating.

 

La scelta di un investimento dipende dal livello di rischio che ciascun investitore può accettare e dalla composizione del suo portafoglio di investimenti. Il rating è un indicatore prezioso, ma non necessariamente da intendersi in senso assoluto. Ogni investimento va sempre comunque valutato rispetto alle proprie esigenze.

 

Sempre a proposito di rischio, un discorso a parte meritano le obbligazioni bancarie strutturate e subordinate.

1) Le obbligazioni strutturate

Sono titoli costituiti da una obbligazione e da una o più componenti definite “derivative”, cioè contratti di acquisto e/o vendita di strumenti finanziari (come indici, azioni, valute, ecc.).

Sono obbligazioni vere e proprie, l’emittente si impegna alla restituzione del capitale investito, ma il rendimento può variare e anche di molto, essendo quantificato sulla base di parametri collegati al verificarsi o meno di certi eventi previsti nel regolamento dell’emissione.

Negli ultimi anni, il forte calo dei tassi di interesse ha spinto molti risparmiatori a ricercare strumenti innovativi con:

  • un rendimento potenzialmente superiore ai titoli di Stato e alle obbligazioni tradizionali;
  • caratteristiche diverse dagli strumenti tradizionali a fronte di un livello di rischio superiore.

Le obbligazioni strutturate però sono strumenti complessi; uno dei rischi più frequenti è quello di non comprendere il loro funzionamento e dunque di fare una scelta non adatta alle proprie esigenze, quindi il loro acquisto è consigliato solo a chi ne ha compreso la natura e il grado di rischio.

2) Le obbligazioni bancarie subordinate

Sono obbligazioni bancarie vere e proprie quindi l’emittente è una banca che si impegna alla restituzione del capitale investito.

Nel caso di insolvenza dell’emittente, le obbligazioni subordinate vengono rimborsate solo dopo le altre obbligazioni,chi investe in questi titoli accetta quindi un rischio maggiore rispetto alle altre obbligazioni, ma può ottenere in cambio un rendimento superiore.

Il rendimento di un’obbligazione strutturata non è predeterminato come per le obbligazioni normali, ma dipende dagli andamenti dei parametri che determinano il valore dell’obbligazione.

Per questo motivo il Foglio Informativo l’emittente deve ipotizzare 3 scenari di mercato diversi: negativo, medio e positivo. L’investitore può così avere una stima del rendimento che otterrebbe in condizioni sfavorevoli, neutrali o favorevoli.

In conclusione, abbiamo assodato che non esistono investimenti a rischio zero.

Investire vuol dire sempre rischiare perché significa rinunciare per un certo periodo di tempo al proprio capitale, con la consapevolezza che il futuro, per definizione, è incerto.

Quindi si tratta di scegliere con attenzione e prudenza, informarsi accuratamente, analizzare scrupolosamente le proprie esigenze. In ogni caso, se si vogliono maggiori garanzie, è consigliabile avvalersi dell'assistenza e della consulenza degli operatori specializzati del settore.


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