Capoluogo di Provincia della Regione
Piemonte, Alessandria è situata alla confluenza del fiume Tanaro con il
fiume Bormida, compresa nella pianura tra il Po e l’Appennino Ligure, a 94
metri sopra il livello del mare e conta circa 90.000 abitanti.
E’ un importante nodo ferroviario e stradale
grazie alla sua felice posizione geografica al centro del triangolo
industriale Torino – Milano – Genova.
Ha un’economia prevalentemente basata sul
commercio e sull’attività del settore terziario anche se grande spazio è
lasciato all’agricoltura, mentre l’industria, dopo un buon momento a
cavallo fra gli anni ’60 e ’70, è da allora in fase di stagnazione. |
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La città, nel
passato, ha avuto una notorietà a livello mondiale grazie all'opera
di Giuseppe Borsalino fondatore nel 1857 dell'omonima fabbrica di di
cappelli. Alla sua morte, nel 1900, la produzione annua era arrivata
a 750.000 cappelli di cui 60% all'esportazione, Teresio Borsalino,
che succedette al padre, consolidò il successo e l'azienda crebbe
rapidamente fino ad arrivare nel 1913 ad una produzione annua di
oltre 2 milioni di cappelli e a poter contare su oltre 2500
dipendenti. La sede, nel centro di Alessandria, occupava un'area di
circa 55.000 mq.
I suoi prodotti
raggiungevano ogni parte, anche la più remota del mondo e la
Borsalino poteva essere considerata per l'epoca una piccola
"multinazionale". Il successo durò alcuni decenni, poi, causa
sopratutto il disuso del cappello come capo di vestiario abituale,
ebbe inizio, negli anni quaranta, un graduale ridimensionamento. |
Alessandria
- Borsalino |
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Rimase però
intatta, a livello mondiale, la notorietà del marchio e il nome
Borsalino cominciò a entrare nella storia. Nel 1970 ispirò persino
un famoso film di successo: "Borsalino & Co." interpretato da
Alain Delon e Jean Paul Belmondo. |
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Nel 1986 la
fabbrica viene trasferita alla periferia della città, mentre gli
uffici della vecchia sede, oltre ad accogliere l'Università del
Piemonte Orientale, continuano ad ospitare un pezzo di storia di Borsalino: un prezioso museo del cappello. |
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Alessandria fu
fondata intorno alla metà del XII° secolo dalla Lega Lombarda con il preciso
intento di occupare una posizione strategica e di ostacolare il marchese di
Monferrato Guglielmo il Vecchio, parente e seguace di Federico I° "Barbarossa"
e assieme a Milano divenne il simbolo dell'irriducibilità dei lombardi.
Inizialmente prese il nome di "Civitas Nova" e in seguito,
il nomignolo inventato dagli imperiali del Barbarossa "Alessandra
della paglia", ci ricorda che nel 1174, durante il leggendario
assedio stretto dall'imperatore, i tetti della città erano di paglia. I
borghi vicini infatti la stavano costruendo e fortificando in riva al Tanaro
attorno a Borgo Rovereto.
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Invano il Barbarossa assediò la città e quando le
sue truppe sconfitte si ritirarono la città venne chiamata così in onore di
Papa Alessandro III°, protettore della Lega.
Successivamente entrò a far parte
dell’Impero, prendendo per un breve periodo il nome di "Cesarea".
Divenne libero comune nel 1198 poi, seguendo le sorti del ducato di
Milano, nel 1348 passò ai Visconti, agli Sforza ed agli Spagnoli.
Conquistata
dal principe Eugenio nel 1707, fu ceduta nel 1713 ai Savoia che la
fortificarono in modo da renderla un'importante piazza strategica e baluardo
del Piemonte.
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"Il
Barbarossa" |
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Risale infatti a questo periodo la
"Cittadella" che è uno dei
massimi esempi di architettura militare del Settecento italiano e tra le più
importanti d’Europa. Fu fatta costruire dal Re Vittorio Amedeo II° a partire
dal 1728, i lavori furono proseguiti dal successore Carlo Emanuele III°, per
essere completati dai generali Marescot e Chasseloup; le difese furono
ancora potenziate a metà dell’Ottocento.
Della Cittadella colpisce la grandiosità della cinta muraria che ha uno sviluppo perimetrale
di tre chilometri e presenta una cinta a pianta esagonale con fronti bastionati, ma il complesso architettonico più interessante è offerto dal
vasto piazzale di 30.000 mq. su cui si affacciano i massicci e severi
parallelepipedi degli edifici Sette – Ottocenteschi.
Osservando la struttura settecentesca della
città di Alessandria, ampliata poi nel 1859, e le testimonianze di un
ottocento tipicamente militare, si pensa a quella che era la massiccia
roccaforte di un tempo, che seppe resistere più volte all’assedio. |
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Alessandria - La Cittadella |
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A 5 Km. di distanza da Alessandria si trova
poi Marengo nei cui pressi, il 14 giugno 1800, avvenne la celebre battaglia tra
l'esercito francese di Napoleone e l'armata austriaca comandata dal
feldmaresciallo Melas. |
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Cosa c'è da vedere |
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Alessandria -
Palazzo Ghilini |
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La città di
Alessandria ha strade rettilinee, belle piazze e dal punto di vista
artistico-architettonico, si possono ammirare una serie di edifici
pubblici e chiese.
Palazzo Ghilini,
insigne testimonianza del Settecento piemontese, fu costruito a
partire dal 1732, su progetto di Benedetto Alfieri, per conto dello
zio Marchese Tommaso Maria Ghilini. La costruzione avvenne in tempi
diversi: il corpo principale, prospettante la piazza fu eretto a
partire dal 1732 sotto la direzione dell’architetto Domenico Castelli; la
parte nord fu realizzata verso il 1766, l’ala di via Parma risale al
secolo scorso quando il palazzo non apparteneva più ai Ghilini,
infatti con la restaurazione dei Savoia l’edifico passò allo stato
diventando Palazzo Reale. Oggi è sede della Prefettura e della
Provincia.
Il palazzo del
Municipio con il caratteristico orologio a tre quadranti e il galletto sottratto ai casalesi nel
1225, |
costruito
a partire dal 1772 su disegno dell’architetto Giuseppe Caselli, agli
inizi dell’Ottocento i lavori furono sospesi, ripresi nel 1825 e
condotti a termine nel 1830 dall’architetto Leopoldo Valizone.
Altro edificio di notevole pregio è palazzo Cuttica, che venne fatto costruire nella prima metà del Settecento dal
Marchese Cuttica di Cassine. I Cuttica, nobiltà risalente al
Trecento, Conti di Quargnento, Signori di Cassine e di Revigliasco,
fecero del palazzo un centro mondano tale da rivaleggiare con il
vicino Palazzo Ghilini. In epoca napoleonica l’edificio fu scelto
come residenza del generale Chasseloup e poi del generale Despinois.
Il palazzo ospita oggi il conservatorio musicale.
La primitiva Cattedrale di Alessandria, dedicata a San Pietro, venne
costruito nel 1170 sull’odierna Piazza della Libertà. |
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Alessandria - Il Municipio |
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Un secolo dopo fu
demolita a causa dell’aumento della popolazione e fu ricostruita tra
il 1291 e il 1297 dall’architetto Ruffino Bottino. Nel corso dei
secoli subì diverse modifiche e ampliamenti fino alla demolizione
della stessa voluta da Napoleone nel 1803 per creare una Piazza
d’Armi costituì una grave mutilazione del patrimonio artistico
locale.
Nel 1810 con
Decreto Napoleonico venne destinato a massimo tempio alessandrino
l’ex chiesa di San Marco con l’annesso convento domenicano. I lavori
di restauro vennero affidati all’architetto Cristoforo Valizone, la
nuova Cattedrale fu inaugurata il giorno di Natale dell'anno 1810
e consacrata come l’antica a San Pietro.
Successivamente
rinnovata nel 1879, si presenta con una grandiosa facciata
neoclassica, ingresso a tre navate e sotto la cupola le statue dei
24 patroni celesti delle città della Lega lombarda. |
Alessandria - La Cattedrale |
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Di notevole interesse anche
la chiesa di Santa Maria di Castello, sorge sulla piazza omonima, cuore
dell’antico quartiere di Rovereto che fu il primitivo nucleo di Alessandria.
Retta all’inizio del XII° secolo dai Canonici secolari, verso il 1268 passò
ai Monaci di S. Croce e dalla metà del XV° secolo ai Canonici Lateranensi
che vi rimasero sino alla soppressione dell’ordine, avvenuta nel 1798. La
chiesa, che nel 1629 era stata elevata alla dignità di abbazia, divenne
parrocchia affidata al clero secolare, mentre nel 1805, durante
l’occupazione francese, l’annesso convento fu adibito a magazzino militare.
Con la Restaurazione il
convento fu affidato ai Padri Somaschi e successivamente alle Suore di
Carità, durante le guerre di Risorgimento venne utilizzato come caserma e
durante le epidemie come reparto staccato per malati contagiosi. Nel 1866 il
convento passò al Demanio che destinò parte dei locali a magazzini, prigione
e corpo di guardia, durante la Prima Guerra Mondiale chiostro e parte della
chiesa furono utilizzati come deposito di generi di monopolio. Dopo il 1918
il convento diventò sede dell’Istituto Nazionale Orfani di Guerra e
successivamente fu affidato alle Suore Salesiane che vi aprirono una scuola.
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Alessandria - S. Maria di Castello (XXI°
sec.) |
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Da segnalare infine per i
cultori dell'arte moderna, il mosaico policromo murale di Gino Severini,
ottima espressione dell'arte "futurista",
sulla facciata del Palazzo delle Poste, in piazza della Libertà, e il
Dispensario antitubercolare e Laboratorio di Igiene e Profilassi pregevoli opere architettoniche di Ignazio Gardella, uno dei massimi esponenti del
razionalismo italiano.
Altri luoghi di
interesse storico e culturale sono: L’Arco di Trionfo (raro esempio di
arco trionfale settecentesco), la galleria Guerci, il palazzo Guasco,
il palazzo Sambuy (oggi sede della Cassa di Risparmio di Alessandria), la chiesa parrocchiale di Sant'Alessandro, la chiesa di Santa Maria
del Carmine, la chiesa di Santo Stefano e Martino e la chiesetta della
Beata Vergine del Monserrato. |
Alessandria - Gardella |
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