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                     Mutui 
                      
                    
                      
                        
                    INDICE 
                         
                      
                        
                          - 
                            
COS’E’ IL
                            MUTUO  
                          - 
                            
CARATTERISTICHE
                    DEL CONTRATTO DI MUTUO  
                          - 
                            
IL MUTUO
                            IPOTECARIO  
                          - 
                            
L’IPOTECA  
                          - 
                            
FINALITA’  
                          - 
                            
CHI
                            EROGA  
                          - 
                            
IL TASSO D’INTERESSE  
                          - 
                            
LA
                            RATA  
                          - 
                            
SVILUPPARE IL
                    PIANO D’AMMORTAMENTO   
                          - 
                            
MUTUI IN
                            VALUTA  
                          - 
                            
COSTI DI UN
                            MUTUO  
                          - 
                            
REGIME
                            FISCALE  
                          - 
                            
ESTINZIONE
                    ANTICIPATA DEL MUTUO  
                         
                       
                     
                      
                      
                      
                    COS’E’ IL
                    MUTUO? 
                    DEFINIZIONE:
                    "Il mutuo
                    è il contratto col quale una parte consegna all’altra una
                    determinata quantità di denaro o di altre cose fungibili, e
                    l’altra si obbliga a restituire altrettante cose della
                    stessa specie e
                    qualità". (art. 1813 Codice Civile) 
                    
                    Esistono tante
                    tipologie di mutui, ma, in queste pagine, tratteremo
                    esclusivamente il mutuo ipotecario che viene concesso dalle
                    Banche e finalizzato all’acquisto di immobili adibiti ad abitazione.  
                    Tale mutuo si
                    caratterizza poiché ipotecario e stipulato in forma di atto
                    pubblico. 
                    E’ ipotecario
                    perché la Banca, a garanzia del prestito, iscrive
                    ipoteca sull’immobile ed è stipulato
                    in forma di atto pubblico tant’è che la stipula
                    viene fatta davanti ad un notaio.  
                    
                    CARATTERISTICHE
                    DEL CONTRATTO DI MUTUO 
                    
                    Una prima
                    caratteristica è la realità del mutuo. Si
                    tratta, infatti, di un contratto di natura reale : si perfeziona
                    con la consegna dell’oggetto di tale contratto (art. 1813
                    C.C.)  
                    La seconda
                    caratteristica del mutuo è quella di essere un prestito
                    monetario a protratta scadenza,
                    contraendo il quale il beneficiario (Cliente) assume
                    determinati obblighi e diritti. 
                    Con il
                    perfezionamento del contratto il mutuatario (colui che
                    contrae il mutuo) diventa proprietario della cosa mutuata
                    (finanziata dalla banca) e pertanto può disporne
                    liberamente a condizione solo che non diminuisca le garanzie
                    date per il suo debito e dia quelle promesse. Prima della
                    consegna può esserci solo una promessa di mutuo, con cui il
                    finanziatore (banca) si impegna ad erogare il prestito; egli
                    potrà rifiutarsi di adempiere la promessa solo se nel
                    frattempo le condizioni patrimoniali del mutuatario sono
                    molto peggiorate (art. 1815 C.C.); in tutti gli altri casi
                    non giuridicamente giustificati egli risponderà dei danni.  
                    La terza
                    caratteristica riguarda l’aspetto economico. Il
                    mutuo è un contratto normalmente oneroso (art. 1815 C.C.).
                    Le parti possono pattuire un tasso superiore a quello legale
                    ma, in tal caso, è
                    bene ricordare che: 
                    
                      - 
                        
la
                        pattuizione non è valida se non è fatta per iscritto  
                      - 
                        
Il tasso
                        non può essere così elevato da dar luogo ad interessi
                        usurari. E’ nulla infatti la clausola che fissa
                        interessi usurari, nel qual caso la percentuale di
                        questi viene riportata alla misura
                        legale (art. 1815 C.C.)   
                     
                      
                    Ogni banca
                    operante su scala nazionale è in grado di proporre alla
                    Clientela diverse forme di contratto di mutuo: dai mutui a tasso
                    fisso ai mutui a tasso variabile. I primi hanno
                    un tasso piuttosto elevato mentre i secondi sono legati, in
                    genere, al "prime rate ABI", al "Tasso
                    ufficiale di
                    sconto", alla "Lira interbancaria", all’"Euribor"
                    eccetera.  
                    L’ente
                    mutuante (banca) può decidere anche di adottare formule che
                    prevedano un tasso fisso per un determinato numero di anni,
                    trascorsi i quali verrà indicizzato. A volte il mutuo è a durata
                    variabile e rate
                    costanti con la conseguenza che se il tasso applicato è
                    variabile, la durata del mutuo si allungherà o si
                    abbrevierà, fermo restando che il debitore continuerà sempre
                    a pagare una rata periodica costante. Altre volte il mutuo
                    è legato all’andamento dell’ECU,
                    con la conseguenza che i rischi di cambio sono a carico del
                    mutuatario (cliente). 
                    L’art. 1820
                    del C.C. dispone che, in caso di mancato pagamento degli
                    interessi da parte del mutuatario,
                    il mutuante (banca) ha diritto di chiedere la risoluzione
                    del contratto.  
                    La quarta
                    caratteristica è che le parti devono fissare il termine
                    di restituzione; in mancanza di accordo
                    questo viene stabilito dal giudice (art. 1817 C.C.)  
                    La quinta
                    caratteristica è che i mutui, generalmente, vengono
                    restituiti in modo rateale. Le singole rate,
                    calcolate in base ad un piano d’ammortamento concordato
                    con il mutuatario (Cliente), possono essere costanti,
                    crescenti o decrescenti. La scadenza dei rimborsi è
                    generalmente semestrale, ma può avvenire anche mensilmente,
                    trimestralmente o annualmente.  
                    La sesta
                    caratteristica è che il credito può essere concesso
                    sia a persone fisiche che giuridiche,
                    e prevede l’espletamento, da parte della banca, di
                    formalità (istruttoria) idonee ad
                    identificare la serietà morale e professionale del
                    richiedente, la situazione patrimoniale, familiare,
                    la destinazione del prestito ecc. 
                    
                      
                    IL MUTUO
                    IPOTECARIO 
                    
                    Il mutuo
                    ipotecario è un prestito garantito da ipoteca su un
                    immobile. Fermo restando che Banche e finanziarie concedono
                    il mutuo solo a chi ha le caratteristiche soggettive
                    (assenza di protesti ecc.) ed oggettive (un reddito
                    adeguato). L'ipoteca è richiesta a titolo di ulteriore garanzia.  
                    Il mutuo
                    ipotecario è un atto pubblico e, come tale, deve essere
                    stipulato alla presenza di un Notaio. Il Notaio provvederà
                    a redigere il contratto, a registrarlo nei pubblici
                    registri, ad iscrivere
                    ipoteca ed a verificare che tale iscrizione sia avvenuta
                    regolarmente.  
                    Altra
                    caratteristica peculiare del mutuo ipotecario è che solo
                    questo tipo di mutuo, finalizzato all'acquisto
                    o alla costruzione della prima casa, beneficia delle
                    detrazioni fiscali.  
                      
                    
                    L’IPOTECA 
                    
                    L’ipoteca è
                    un diritto reale di garanzia mediante il quale il creditore
                    (Banca) ha il potere di espropriare il debitore insolvente
                    (colui che ha ottenuto il mutuo e non paga le rate) del bene
                    ipotecato (l’immobile
                    dato a garanzia).
                     
                    Il creditore
                    soddisfa il proprio credito con il ricavato della vendita
                    del bene espropriato. 
                    Principali
                    caratteristiche dell’ipoteca: 
                    a) la
                    specificità in quanto viene applicata su beni
                    individuati in modo preciso (tipo di immobile, dati
                    catastali, ecc.) 
                    b) per una
                    somma di denaro ben individuata da atto pubblico; 
                    c) attraverso
                    un atto pubblico in quanto deve essere resa pubblica
                    mediante l’iscrizione in appositi registri (Conservatoria
                    dei Registri Immobiliari del luogo in cui si trova l’immobile); 
                    d) grado
                    dell’ipoteca. Può essere di primo, secondo ecc.,
                    secondo l’ordine cronologico di iscrizione.  
                      
                    Per erogare un
                    mutuo la Banca richiede, a garanzia del prestito, di
                    iscrivere ipoteca su un immobile. Quasi sempre, salvo casi
                    particolarissimi, la Banca pretende che l’iscrizione ipotecaria
                    sia di primo grado, nel senso che sul bene non gravino altre
                    ipoteche preesistenti.  
                    Nel
                    malaugurato caso in cui il mutuatario non paghi le rate del
                    mutuo, l'ipoteca dà il diritto alla Banca
                    di porre in vendita il bene e, con il ricavato, soddisfare
                    il proprio credito residuo.  
                    L’estinzione
                    di un’ipoteca può avvenire con la cancellazione ed il
                    mancato rinnovo entro il termine di 20 anni. Infatti l'ipoteca
                    decade dopo 20 anni dalla sua iscrizione, a condizione che
                    entro tale termine non venga rinnovata. L'ipoteca può
                    essere rinnovata solo nel caso in cui alla scadenza dei 20
                    anni il debito non sia ancora estinto. L'ipoteca può anche
                    essere cancellata prima del termine di scadenza. Per poter
                    cancellare l'ipoteca è necessario che il debito sia stato
                    estinto. In tal caso il mutuatario potrà chiedere alla
                    Banca il "consenso alla cancellazione d'ipoteca" e
                    con questo documento
                    rivolgersi ad un Notaio per la cancellazione.  
                    
                    La
                    cancellazione costa lo 0,50% della cifra per cui la
                    formalità è richiesta (200%). 
                      
                    FINALITA’ 
                    
                    Le finalità
                    per cui è possibile ottenere un mutuo ipotecario sono le
                    seguenti: 
                    
                    Mutuo per
                    acquisto di un immobile:
                    è la tipologia di mutuo più frequente. Il mutuo può
                    essere richiesto per l'acquisto di un immobile qualsiasi
                    (prima casa, casa di villeggiatura, mura di un negozio ecc.
                    ecc.). Di norma non è finanziato l'acquisto dei terreni
                    edilizi. L'acquisto di terreni agricoli può essere
                    finanziato da Banche ed Istituti specializzati nel Credito
                    Agrario. Nel mutuo per acquisto il bene ipotecato è, nella
                    maggior parte dei casi, quello oggetto di compravendita. 
                    
                    Mutuo per la
                    costruzione di un immobile:
                    il mutuo è erogato per la costruzione di un immobile su
                    terreno di proprietà del mutuatario (salvo particolari casi
                    di edilizia economica e popolare, nei quali il terreno è di
                    proprietà del Comune che lo concede in diritto di
                    superficie). L'ipoteca può essere iscritta sul terreno ed
                    il mutuo viene erogato mano a mano che i lavori di
                    costruzione proseguono. Tale formula si chiama mutuo a stato
                    avanzamento lavori e le modalità
                    saranno meglio chiarite nell'apposito capitolo dedicato ai
                    mutui edilizi. 
                    
                    Mutuo per la
                    ristrutturazione di un immobile.
                    Tale mutuo viene concesso per il finanziamento di opere di
                    ristrutturazione di un immobile. Il mutuo potrà essere
                    erogato in unica soluzione o, come per i mutui per
                    costruzione, a stato avanzamento lavori. L'immobile che
                    viene ipotecato è, di
                    norma, lo stesso per cui si effettuano i lavori di
                    ristrutturazione. 
                    
                    Mutuo per
                    liquidità. Si
                    tratta di un mutuo che è quasi sparito dal mercato. Il
                    mutuo è concesso, per le motivazioni più disparate (Il
                    mutuatario vuole acquistare delle azioni o deve ripianare
                    dei debiti pregressi). E' un prodotto molto rischioso per le
                    Banche (il 90% delle insolvenze riguarda i mutui per
                    liquidità) per tale motivo è erogato esclusivamente ad una
                    clientela particolarmente
                    fidata. 
                    
                      
                    CHI EROGA IL
                    MUTUO 
                    
                    I mutui
                    ipotecari sono collocati da Banche ordinarie, Banche
                    specializzate, Istituti e Sezioni Autonome
                    di Credito Fondiario e Finanziarie.  
                    
                    Banche
                    ordinarie - Sono
                    quelle che svolgono le normali operazioni bancarie: conti
                    correnti, fidi, compravendita di titoli ecc. ecc.. Per le
                    Banche ordinarie il mutuo è un prodotto alla stregua di
                    tutti gli altri. Per molte Banche il mutuo è una strada per
                    acquisire nuova clientela alla quale proporre altri servizi
                    più remunerativi per la Banca stessa. Per questo motivo
                    quasi tutte le Banche ordinarie pretendono l'apertura di un
                    conto corrente presso di loro prima dell'erogazione del
                    mutuo. Se vogliamo a tutti costi trovare un punto debole,
                    potremmo dire che le Banche ordinarie non sono molto snelle
                    nelle procedure di istruttoria proprio perché il mutuo
                    non è l'unico servizio di cui si devono occupare. 
                    
                    Banche
                    specializzate: sono
                    Banche che si occupano esclusivamente dell'erogazione di
                    mutui. In virtù della loro specializzazione hanno procedure
                    molto snelle e veloci. Una pecca di queste Banche è data
                    dalla limitatezza dei prodotti collocati. Molte non
                    collocano mutui per costruzione, altre non collocano mutui
                    per ristrutturazione, moltissime non collocano mutui per liquidità
                    e quasi nessuna finanzia operazioni su immobili a
                    destinazione commerciale. 
                    
                    Istituti e
                    Sezioni Autonome di Credito Fondiario -
                    Lo scopo di questi Istituti e Sezioni è il finanziamento a
                    medio e lungo termine nel settore immobiliare. Intervengono
                    in quasi tutti i tipi di operazioni. L'attività di questi
                    Istituti e Sezioni è regolamentata da una particolare legislazione. 
                    
                    Finanziarie -
                    Le finanziarie private si occupano dell'erogazione di mutui
                    anche se, nella maggior parte dei casi, i tassi proposti
                    sono leggermente superiori a quelli delle Banche. Ciò è
                    dovuto ai maggiori costi di approvvigionamento (Loro stesse
                    pagano i soldi più delle Banche). I mutui collocati dalle
                    finanziarie, inoltre, hanno dei costi maggiori per il
                    mutuatario poiché scontano un'imposta ipotecaria molto
                    superiore a quella riservata ai mutui erogati da Banche
                    ed Istituti e Sezioni di Credito Fondiario. 
                      
                    
                    IL TASSO D’INTERESSE 
                    
                    L’acquisto
                    di un prodotto qualsiasi, dall’auto al computer, si
                    concretizza, a volte inconsapevolmente, attraverso le
                    seguenti verifiche: le caratteristiche e la qualità del
                    prodotto rispondono alle nostre esigenze? Il suo prezzo è
                    conveniente in rapporto alle altre offerte di mercato? Anche
                    la scelta di un mutuo deve seguire il medesimo iter, ed in
                    quest’iter il prezzo è rappresentato dal tasso d’interesse
                    applicato che, come si è detto non può e non deve essere l’unico
                    parametro di scelta Così come i commercianti allettano i
                    consumatori con formule di pagamento particolarmente
                    appetibili ("Acquisti oggi e cominci a pagare fra tre
                    mesi", "Paghi in 10 rate senza interessi"
                    ecc. ecc.), anche le Banche offrono mutui le cui formule di
                    rimborso sono le più disparate. Tutti i mutui offerti si
                    basano, in ogni caso, sulle due tipologie
                    fondamentali: a tasso fisso e a tasso variabile.  
                    
                    MUTUO A TASSO
                    FISSO 
                    
                    In questa
                    forma di finanziamento il tasso rimane invariato per tutta
                    la durata del periodo d’ammortamento. Sin dalla
                    stipulazione dell’atto di mutuo si conosce esattamente l’importo
                    delle rate da restituire. Il mutuo a tasso fisso è
                    particolarmente apprezzato dai lavoratori dipendenti, che
                    trovano in questa soluzione una certa tranquillità. Per chi
                    è titolare di un reddito fisso
                    è molto importante conoscere esattamente l'entità degli
                    oneri futuri.  
                     
                    VANTAGGI 
                    1) Certezza
                    degli importi da rimborsare; 
                    2) In caso di
                    un aumento dei tassi l'importo delle rate non aumenta. 
                     
                    SVANTAGGI 
                    1) Normalmente
                    il tasso fisso è più elevato di quello variabile; 
                    2) In caso di
                    diminuzione dei tassi la rata non diminuisce. 
                    
                    MUTUO A TASSO
                    VARIABILE 
                    
                    In questo
                    finanziamento il tasso accordato in sede di stipula è
                    periodicamente revisionato in funzione della variazione di
                    un determinato indice di riferimento. In passato gli indici
                    di riferimento utilizzati erano diversi (il rendiob, la lira
                    interbancaria, il tus, il libor, il ribor ecc.), oggi è
                    quasi universalmente adottato l’Euribor_ che potrebbe
                    definirsi come il tasso utilizzato nei
                    prestiti fra banche europee.  
                     
                    
                    VANTAGGI 
                    1) Normalmente
                    il tasso variabile è più basso del tasso fisso; 
                    2) In caso di
                    diminuzione dei tassi la rata diminuisce in funzione del
                    nuovo tasso applicato 
                     
                    SVANTAGGI 
                    1) Il
                    mutuatario conosce l’importo della rata solo sino alla
                    prima revisione contrattuale. 
                    Quelle
                    successive possono variare in funzione dell’andamento dei
                    tassi; 
                    2) In caso di
                    aumento dei tassi la rata subisce un aumento in funzione del
                    nuovo tasso applicato.  
                    
                      
                    ATTENTI AI
                    TASSI 
                    
                    Come si è
                    visto, il tasso applicato al mutuo è dato dal tasso di
                    riferimento più lo spread (guadagno della banca). Se, come
                    si è detto, il tasso di riferimento adottato è lo stesso
                    per tutte le Banche (Euribor), ne discende che ciò che fa
                    la differenza è lo spread, in altre parole il "ricarico"
                    che ogni Banca applica al tasso di riferimento.  
                    Nella pratica,
                    analizzando le offerte del mercato, si possono riscontrare
                    diverse situazioni che non rispecchiano la logica espressa
                    in precedenza. Può succedere che la Banca X, che applica
                    uno spread dell’1,70%, offre mutui al 4,9%, mentre la
                    Banca Y, che ha uno spread dell’1,20%,
                    offre mutui al 5,20%. Il mistero di tale incoerenza ha un
                    nome e si chiama TASSO D’INGRESSO Molte
                    banche, alla stregua di uno specchietto per le allodole,
                    pubblicizzano un tasso più basso, che è applicato solo
                    alla prima o alle primissime rate (da qui il nome di tasso d’accesso
                    / ingresso), di quello che sarà applicato alle rate
                    successive, che si chiama propriamente TASSO A REGIME. 
                    IN
                    CONCLUSIONE, E’ IMPORTANTE CONOSCERE LO SPREAD ED IL TASSO
                    A REGIME, PIUTTOSTO CHE FARSI ABBAGLIARE DA PUBBLICITA’ A
                    VOLTE INGANNEVOLI.  
                      
                    LA RATA 
                    
                    Per calcolare
                    l'importo della rata di un finanziamento si può utilizzare
                    la seguente formula: 
                    RATA
                    = (C * i) /
                    (1 – ((1 + i)^
                    - n)) 
                    In cui: "*"
                    significa moltiplicato; "/"
                    significa diviso; "^"
                    significa elevato a; "C"
                    è il capitale preso a mutuo; "i" è il tasso
                    d'interesse del periodo diviso 100 ed "n"
                    è il numero delle
                    rate.  
                    Ipotizziamo
                    che si voglia conoscere l’importo della rata di un mutuo
                    decennale di 100.000,00 Euro con tasso del 12% annuo e
                    rimborso mensile, avremo: 
                    C = 100.000,00 
                    i  = 0,01
                    perché il tasso del periodo è 1 (tasso annuo diviso n°
                    dei periodi annuali, che nel ns. esempio
                    sono 12 essendo il rimborso mensile) che dovrà essere
                    diviso per 100:  
                    n = 120 (12
                    rate annuali per 10 anni) 
                    RATA =
                    (100.000,00 * 0,01) / (1 – (( 1 + 0,01)^ - 120) 
                    RATA =
                    1.434,71 Euro 
                    Nella quasi
                    totalità dei mutui, con esclusione di alcune
                    particolarissime tipologie, una quota parte della rata sarà
                    destinata al pagamento degli interessi e la restante quota
                    al rimborso del capitale preso a mutuo. Rispetto alla rata
                    precedente ogni nuova rata avrà una quota capitale maggiore
                    e una quota interessi minore. Questo piano di rimborso si
                    chiama " ammortamento alla francese" Per meglio
                    comprendere questo meccanismo, vediamo come si elabora un piano
                    d’ammortamento.  
                    
                      
                    SVILUPPARE IL
                    PIANO D’AMMORTAMENTO 
                    
                    Sviluppare un
                    piano d’ammortamento è molto semplice, ma altrettanto
                    noioso. Impararne il procedimento, comunque, non rappresenta
                    una perdita di tempo, ma offre l’occasione di addentrarsi
                    più profondamente nei meccanismi del mutuo. Prima di
                    iniziare l’apprendimento, per il quale ci avvarremo di un
                    esempio, è necessario considerare che il piano d’ammortamento
                    ha senso nei finanziamenti a tasso fisso, poiché nei mutui
                    a tasso variabile non è dato sapere a priori quale sarà il
                    tasso applicato alle rate future. In ogni caso, anche per quest’ultima
                    tipologia di mutuo, può rivelarsi utile conoscere l’argomento.  
                    Esempio di
                    sviluppo di un piano d’ammortamento per un mutuo di
                    100.000,00 Euro, durata 10 anni,
                    rata semestrale, tasso nominale annuo del 6%.  
                    Prima di
                    iniziare è necessario conoscere i seguenti ulteriori dati: 
                    - Importo
                    della rata, ricavabile mediante un accesso al sito
                    www.mutuionline.it Nell’esempio l’importo
                    della rata è pari a 6.721,57 Euro  
                    - Il tasso del
                    periodo, che è pari al tasso nominale annuo diviso il
                    numero delle rate annuali (6%
                    : 2 = 3%).  
                    - Quota
                    interessi: è quella parte della rata che si è tenuti a
                    corrispondere alla Banca a titolo d’interessi;  
                    - Quota
                    capitale: è quella parte della rata destinata al
                    rimborso del capitale ottenuto a mutuo;  
                    - Debito
                    residuo: è il debito che rimane dopo il pagamento della
                    rata. 
                    Procederemo
                    nel modo seguente: sapendo che, prima del pagamento della
                    prima rata, il debito nei confronti della Banca, il debito
                    residuo, è pari all’intero importo avuto a mutuo (d’altro
                    canto non è stato
                    ancora pagato nulla…):  
                    1) Calcolare
                    la quota d’interessi dovuta alla Banca, al tasso del
                    periodo, sul debito residuo. Nell’esempio
                    sarà 3% di Euro 100,000,00 = Euro 3.000,00  
                    2) Calcolare
                    la quota capitale. Come fare? Semplice. Se si paga una rata
                    di Euro 6.721,57 e di questa somma Euro 3.000,00 se ne vanno
                    per interessi, ciò che rimane è destinato ad abbattere il
                    debito e, quindi, la quota capitale sarà pari a:Euro
                    6.721,57 – 3.000,00 = Euro 3.721,57  
                    3) Calcolare
                    il debito residuo. Se il debito residuo ammontava ad Euro
                    100.000,00 e con il pagamento della prima rata si sono
                    ammortizzati (quota capitale) Euro 3.721,57 il nuovo debito residuo
                    sarà apri a Euro 100.000,00 – 3.721,57 = Euro 96.278,43.  
                    Pertanto, con
                    il pagamento della prima rata si avrà: Quota
                    interessi : Euro 3.000,00 Quota capitale = 3.721,57 Debito
                    residuo Euro 96.278,43  
                    Per la seconda
                    rata si procede come in precedenza. L’unica cosa che
                    varia sono gli importi. 
                    Quota
                    interessi = 3% del debito residuo (Euro 96.278,43 ) = Euro
                    2.888,35 
                    Quota capitale
                    = Importo rata – quota interessi ( Euro 2.888,35) = Euro
                    3.833,22 
                    Debito residuo
                    = Precedente debito residuo (Euro 96.278,43) – Quota
                    capitale = Euro 92.445,21….
                    E così di seguito sino alla ventesima rata.  
                    NOTA:
                    nell’ultima rata la quota capitale dovrebbe essere
                    identica al debito residuo precedente (in pratica si azzera
                    il debito), ma, a causa degli
                    arrotondamenti effettuati al centesimo di Euro, potremmo
                    rilevare lievi differenze. 
                    
                      
                    MUTUI IN
                    VALUTA 
                    
                    Sono nati
                    negli anni ottanta, quando in Italia i tassi erano a due
                    cifre, al fine di collocare prodotti a condizioni
                    apparentemente appetibili. Oggi, grazie all’abbattimento
                    dei tassi interni, i mutui in valuta
                    sono praticamente scomparsi dal mercato.  
                    Ma vediamo
                    nella pratica il loro funzionamento. 
                    Il Sig. Rossi
                    deve acquistare casa ed ha necessità di un mutuo di L. 150
                    milioni. Non potendosi permettere un mutuo in Lire (in
                    alcuni periodi del nostro recente passato i mutui in Lire
                    erano collocati a tassi vicini al 20%), decide di chiedere
                    un mutuo in valuta ad un tasso decisamente
                    inferiore, con conseguente rata alla portata delle proprie
                    tasche.  
                    Ipotizziamo,
                    per proseguire nel nostro esempio, che il Sig. Rossi abbia
                    chiesto il mutuo in Franchi Svizzeri (valuta particolarmente
                    di moda a quei tempi). La Banca, a seguito della richiesta
                    del nostro amico, (anche per motivi di "extra
                    plafond") si rivolge ai mercati elvetici e si fa
                    prestare CHF (franchi svizzeri) per un controvalore di Lire
                    150 milioni ad un tasso del 5% (tasso ridicolo per l'Italia
                    di quei tempi, ma normale, data la diversa economia, sui
                    mercati svizzeri), cambia i franchi in lire e li consegna al
                    mutuatario ad un tasso del 7%, comprensivo di uno spread del
                    2%. Il Sig. Rossi è felice della scelta effettuata. In
                    effetti, se avesse ottenuto il mutuo in Lire (a quei tempi),
                    avrebbe pagato una rata decennale di circa L. 2.898.000,
                    contro una rata in franchi svizzeri pari a circa Lire
                    1.741.000. Con il senno del poi, come vedremo, si può
                    affermare che la scelta del Sig. Rossi è stata rovinosa,
                    infatti, non ha considerato il rischio di cambio nel
                    rapporto tra le valute. 
                      
                    
                    IL RISCHIO
                    INSITO NEI MUTUI IN VALUTA 
                    
                    Il principale
                    rischio dei mutui in valuta è rappresentato dal rapporto di
                    cambio fra le diverse valute. Cosa si intende per
                    "rischio cambio"? Oggi, per acquistare un dollaro
                    è necessario circa un Euro (1936,27 Lire), mentre
                    trent'anni fa ne bastavano L. 600 (Euro 0,31). Questo
                    significa che il rapporto di cambio Lira / dollaro è stato
                    sfavorevole alla lira o, meglio, che la lira si è svalutata
                    nei confronti del dollaro. Chiarito il significato di
                    "rischio cambio", andiamo ancor più nel dettaglio
                    in questa tipologia di mutuo. Come visto in precedenza, la
                    Banca si è fatta prestare i soldi in CHF ha, quindi, un
                    debito in CHF e dovrà restituire le rate in CHF, allo
                    stesso modo per il mutuatario, sebbene abbia ricevuto il
                    corrispettivo del mutuo nella nostra valuta locale, il suo
                    debito rimane in ogni caso in CHF. Ne consegue che, se per
                    qualche motivo la nostra moneta si svaluta nei confronti
                    della valuta in cui è stato contatto il debito, il nostro
                    debito, espresso in valuta locale, aumenta della stessa
                    percentuale di svalutazione. Per tornare all'esempio e a
                    cosa potrebbe essere avvenuto nel futuro del nostro Sig.
                    Rossi, sappiate che in breve tempo il valore del Franco
                    Svizzero è quasi raddoppiato nei confronti della lira e, conseguentemente,
                    sia il debito del Sig. Rossi che l'importo
                    delle rate da pagare è quasi raddoppiato. 
                    L'introduzione
                    della moneta unica, elimina di fatto il rischio di cambio in
                    caso si sottoscrivano contratti di mutuo offerti da Istituti
                    di Credito dei paesi facenti parte dell'Unione Monetaria e
                    quindi si è notevolmente ridotta la possibilità che
                    vengano proposti mutui in valuta diversa dall'Euro. 
                    Negli anni
                    settanta esistevano solo i mutui a tasso fisso e a tasso
                    variabile. Negli anni ottanta, causa l’elevato livello dei
                    tassi italiani, sono stati introdotti i mutui in valuta che,
                    ad un’analisi superficiale, apparivano più convenienti.
                    Solo verso la fine degli anni novanta, grazie al proliferare
                    degli sportelli bancari e alla conseguente "lotta"
                    per accaparrarsi la clientela, sono state ideate diverse
                    tipologie di mutuo con il fine di dare risposta alle diverse
                    esigenze dei potenziali mutuatari. Tutti questi nuovi
                    prodotti derivano dagli originari "tasso fisso" e
                    "tasso variabile".  
                      
                    
                    COSTI DI UN
                    MUTUO 
                    
                    Non sono
                    certamente pochi ed è giusto che il potenziale mutuatario
                    li conosca perfettamente sin dall'inizio, per non trovarsi
                    male successivamente. La spesa più impegnativa è relativa
                    alla PARCELLA
                    NOTARILE inerente
                    l'atto di mutuo che, come si è già detto, è un atto
                    pubblico (da non confondersi con la parcella notarile per
                    l'eventuale atto di compravendita) Detta parcella varia con
                    il variare del valore di iscrizione ipotecaria (per
                    scaglioni), ma , tanto per fare delle cifre e fornire un
                    termine di paragone, possiamo dire che l'importo della
                    parcella per redigere l'atto di un mutuo di taglio medio
                    (75.000 Euro), si aggira intorno ai 1.200 / 1.500 Euro. Alla
                    quale deve essere aggiunto l'importo della IMPOSTA
                    IPOTECARIA.  
                    Questa imposta
                    è trattenuta direttamente dall'importo del mutuo e varia in
                    funzione di chi eroga. Se
                    chi eroga è un soggetto diverso da una Banca (per esempio
                    una finanziaria), il valore dell'imposta è pari al 2% del
                    valore d'iscrizione ipotecaria. Se, invece, ad erogare è
                    una Banca, in luogo dell'imposta ipotecaria si applica L’IMPOSTA
                    SOSTITUTIVA il cui valore è pari allo 0,25%
                    dell'importo del mutuo. Vediamo di seguito, per un
                    medesimo mutuo erogato da
                    due differenti soggetti, quanto può variare l'importo di
                    dette imposte.   
                    L'esempio è
                    relativo ad un mutuo di
                    Euro 75.000 con un valore d'iscrizione ipotecaria di Euro
                    150.000:  
                    - Se ad
                    erogare è una Banca l'importo dell'imposta sostitutiva è
                    pari a Euro 375 (0,25% dell'importo
                    del mutuo)  
                    - Se ad
                    erogare è una finanziaria l'importo dell'imposta ipotecaria
                    ammonta a Euro 3.000 (2% del
                    valore d'ipoteca)  
                    
                    
                    
                    
                      Prima di
                      concedere il mutuo la Banca si deve accertare che
                      l'immobile da ipotecare abbia un valore congruo rispetto
                      all'importo del mutuo richiesto. Per fare questo si avvale
                      della collaborazione di un perito (Geometra, Ingegnere o
                      Architetto) che, a spese del richiedente, effettua una
                      stima dell'immobile. Il costo di questa perizia è
                      compreso, normalmente, tra i 200 ed i 700 Euro. Alcune
                      Banche deliberano il mutuo anche senza la perizia  
                     
                    
                    
                    
                    
                      Le
                      commissioni o spese di istruttoria, rappresentano un
                      rimborso spese forfetario che il richiedente deve
                      corrispondere alla Banca per tutto il lavoro svolto e le
                      informazioni assunte, onde decidere se concedere o meno il
                      prestito. Le commissioni sono molto differenziate fra le
                      diverse Banche e sono anche in relazione all’importo di
                      mutuo concesso. Variano da un minimo
                      di 100 Euro ad un massimo di 800.  
                     
                    
                    
                    
                    
                      Un'ulteriore
                      spesa da considerare è il costo per il premio di
                      un'assicurazione incendio e scoppio da stipularsi
                      sull'immobile offerto in garanzia e da vincolare a favore
                      dell'Ente erogante. L'importo del premio varia in funzione
                      del capitale assicurato e della durata del mutuo. Per un
                      mutuo di Euro 75.000 della durata di 15 anni, il premio da
                      versare in unica soluzione è di circa Euro 250. Alcune
                      Banche comprendono nel tasso anche il costo di questa
                      assicurazione. Il motivo della necessità di questo tipo
                      di polizza è evidente. L'immobile è l'unica garanzia
                      reale per la Banca e se, per qualche motivo andasse
                      distrutto (come nel caso di un incendio), la Banca sarebbe
                      tutelata dal
                      risarcimento dell'assicurazione.
                       
                     
                    
                      
                    REGIME FISCALE 
                    
                    Gli interessi
                    passivi pagati a fronte di mutui ipotecari (solo nel caso di
                    mutui per ristrutturazione stipulati nel corso del 1997, il
                    mutuo può anche essere non ipotecario) danno diritto ad una
                    detrazione d'imposta nei limiti previsti dalle istruzioni
                    sulla compilazione del mod. 730 o "Unico".  
                    Per i mutui
                    accesi per la costruzione o la ristrutturazione della
                    "prima casa" è detraibile dall’imposta
                    sul reddito un importo pari al 19% dei seguenti oneri:  
                    • Interessi
                    passivi 
                    • Oneri
                    accessori 
                    • Quote di
                    rivalutazione dipendenti da clausole di indicizzazione 
                    In tutti i
                    casi quando un mutuo è cointestato tra coniugi ognuno di
                    questi ha diritto alla detrazione solo per gli interessi di
                    propria spettanza. La detrazione può essere riportata da
                    uno dei coniugi nel caso che l’altro sia fiscalmente a
                    carico o se, in caso di decesso di uno dei
                    due, il coniuge superstite provvede all’accollo.  
                    Dal 2001 per
                    "abitazione principale" s'intende quella nella
                    quale il contribuente o i suoi familiari dimorano
                    abitualmente. Perciò la
                    detrazione spetta al contribuente acquirente e intestatario
                    del contratto di mutuo, anche se l'immobile è adibito ad
                    abitazione principale di un suo familiare, che può essere
                    il coniuge o i parenti entro il terzo grado e gli affini
                    entro il secondo grado. 
                    
                    La detrazione
                    degli interessi passivi, degli oneri accessori e delle quote
                    di rivalutazione pagati nel 2001 per il mutuo è consentita
                    a condizione che l'immobile acquistato sia adibito ad
                    abitazione principale entro un anno dall'acquisto e che
                    l'acquisto sia avvenuto nell'anno antecedente
                    o successivo al mutuo. La detrazione spetta su un importo
                    massimo di 3.615,20 euro (7 milioni di
                    lire). In caso di contitolarità del contratto di mutuo o di
                    più contratti di mutuo, il limite
                    è riferito all'importo complessivo degli interessi, oneri
                    accessori e quote di rivalutazione. 
                      
                    
                      
                        
                          
                            
                              
                                
                                   | 
                                 
                                
                                  | 
                                     Se
                                    l'immobile acquistato è oggetto di ristrutturazione
                                    edilizia, la detrazione spetta dalla
                                    data in cui l'immobile è adibito ad
                                    abitazione principale, che deve comunque
                                    avvenire entro due anni dall'acquisto. Se è
                                    stato acquistato un immobile locato, la
                                    detrazione spetta a condizione che entro tre
                                    mesi dall'acquisto, l'acquirente notifichi
                                    al locatario l'intimazione di sfratto per
                                    finita locazione
                                    e che entro l'anno dal rilascio l'immobile
                                    sia adibito ad abitazione principale. 
                                    Il
                                    limite dei 77.468, 53€ continua a
                                    valere sia per ciascun committente dei
                                    lavori che per ciascun immobile, per esempio
                                    se i lavori su un appartamento sono pagati a
                                    metà da uno dei coniugi comproprietari o
                                    dal proprietario e dall’inquilino, il
                                    limite sale al doppio. Inoltre se un solo
                                    proprietario fa lavori su 2 immobili
                                    contemporaneamente (la prima casa ed una
                                    villetta al mare per esempio) per ciascuna
                                    unità può godere il 36% di detrazione, su
                                    un massimo di 77.468
                                    Euro di spesa. 
                                    Per
                                    immobili ristrutturati dal 2002 è prevista
                                    una nuova detrazione per chi compra
                                    abitazioni facenti parte di edifici
                                    interamente ristrutturati da imprese o
                                    cooperative edili. In questo caso è pari al
                                    36% calcolato sul 25% del prezzo di acquisto
                                    riportato sul rogito o su un compromesso registrato.
                                    Resta fermo il tetto max di spese di 77.468
                                    Euro. 
                                    I
                                    lavori per l’edificio totalmente
                                    ristrutturato devono essere iniziati dal
                                    primo gennaio 1998 e terminare
                                    entro la fine del 2002. 
                                    
                                    Come
                                    si calcola lo sconto 
                                    
                                    La
                                    detrazione IRPEF del 36% può essere
                                    applicata alle spese effettivamente
                                    sostenute e documentate per i lavori di
                                    ristrutturazione (dall’acquisto di beni
                                    dalla progettazione delle perizie alle
                                    imposte). Le spese si intendono sostenute
                                    quando viene eseguito il pagamento
                                    indipendentemente dalla circostanza che i
                                    lavori siano completati in un periodo d’imposta
                                    diverso
                                    o sia emessa la fattura per le spese. 
                                    l
                                    metodo da utilizzare è estremamente
                                    semplice, poiché il contribuente che ha
                                    effettuato l’intervento applica la
                                    percentuale del 36% alla spesa sostenuta con
                                    il limite massimo di 77.468,53 Euro (150 mln).
                                    L’importo così ottenuto rappresenta la
                                    detrazioni d’imposta da utilizzare in sede
                                    di dichiarazione dei redditi che però, a
                                    partire dalle spese sostenute nel 2002
                                    va rateizzata in quote costanti per 10
                                    anni.  | 
                                 
      
                                
                                  | 
                                      VEDI
                                    ---->  Detrazione
                                    del 36% per interventi di ristrutturazione
                                    edilizia  | 
                                 
                               
                             
                           | 
                         
                       
                     
      
                    
                      
                    ESTINZIONE
                    ANTICIPATA DEL MUTUO 
                    
                    E' facoltà
                    del mutuatario estinguere anticipatamente il mutuo, sia
                    totalmente che parzialmente ed
                    è altresì facoltà del mutuante chiedere un'indennità a
                    fronte dell'estinzione anticipata.  
                    E' successo
                    che indennità d'estinzione troppo elevate hanno di fatto
                    impedito a mutuatari di esercitare il diritto ad estinguere
                    anticipatamente il mutuo. Per questo è bene sapere
                    anticipatamente quale sarà l'ammontare dell'indennità per
                    estinzione anticipata. In linea di principio
                    è più oneroso estinguere mutui a tasso fisso di quelli a
                    tasso variabile.  
                    NOTA:
                    Indennità di estinzione maggiori del 5% dell’importo da
                    estinguere sarebbero "fuori mercato". 
  
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